Los Angeles – Non è una recensione, è una cronaca di guerra: “Stranger Things” manda in tilt Netflix. Non stiamo scherzando. Giusto in tempo per l’uscita dei primi quattro episodi della Season 5, la piattaforma di streaming ha avuto un blackout di tre minuti. Migliaia di persone volevano vedere il finale e si sono ritrovate davanti l’immagine di “Nailed It!” con la scritta: “Something went wrong.” Roba da matti!
Il fatto è chiaro: l’hype è così potente che il sistema è andato in tilt. È successo mercoledì sera, Thanksgiving Eve, momento sacro per lo streaming. È la prova definitiva: questo non è un semplice show, è l’evento che fa collassare la rete.
Millie Bobby Brown: La bambina che non c’è più
Intanto, la star Millie Bobby Brown (la nostra El) ha avuto il tempo di guardare indietro. Aveva solo 11 anni quando è iniziata questa follia. I social media sono esplosi mercoledì sera con le sue foto, dalle prime stagioni a quelle più recenti, accanto ai Duffer Brothers.
Ha scritto: “Grazie ai Duffer per aver dato una possibilità a tutto ciò che non avreste dovuto volere: una ragazza britannica, con una famiglia enorme, un sacco di energia, un forte punto di vista, ma un cuore che lavora instancabilmente per il personaggio che avete costruito”. Bello, commovente, ma è anche la verità: ha regalato “la storia più significativa da raccontare, El.”
L’ombra del bullismo sul grande finale: una messa in scena?
Il lancio della stagione è stato quasi rovinato da una storia da far accapponare la pelle. Si parla di un presunto reclamo per bullismo e molestie che la Brown avrebbe presentato contro il “papà” sullo schermo, David Harbour, prima delle riprese. Accuse pesanti, uscite dal Daily Mail pochi giorni prima della premiere.
Ma cosa succede? Al party di Los Angeles, erano lì, in posa. Tutto sorrisi e ammirazione reciproca! Mamma mia, Hollywood. I Duffer Brothers, interpellati da The Hollywood Reporter, sono stati vaghi: “Ovviamente, non posso entrare nelle questioni personali sul set”.
La Brown, intervistata dopo, ha liquidato tutto con una frase glaciale: “Lo facciamo da 10 anni, siamo sempre stati uniti. Amiamo questo show e la nostra amicizia vale più di ogni altra cosa”. È un fronte unito, ma la tensione si taglia col coltello. Ha aggiunto che recitare con Harbour per il finale è stato “nostalgico”, perché le ha ricordato le stagioni in cui “lei cresce e lui cerca di fare il genitore”. Noi ti crediamo, Millie.
Il CEO di Netflix esulta mentre il servizio crolla
Mentre migliaia di utenti guardavano l’errore sullo schermo, il CEO di Netflix, Ted Sarandos, era su Instagram a fare la sua filippica celebrativa.
Sarandos ha scritto un post lunghissimo, ricordando che sin dal primo incontro con i Duffer Brothers sapeva che avrebbero “fatto la storia insieme”. Ha citato giocattoli, giochi, esperienze, abbigliamento e un musical di Broadway che lo show ha generato.
Ma il punto è questo: un lancio che fa esplodere il tuo server non è un successo di marketing, è un problema tecnico. Per Sarandos, invece, è la prova che “Stranger Things” ha cambiato la TV per sempre. Sarà, ma è meglio che potenzi l’infrastruttura prima del volume 2.
Il destino è segnato: il finale di “Stranger Things” sarà un evento cataclismico. Speriamo solo che la rete regga.







