L’ex ostaggio vive un nuovo inferno a Tel Aviv: “Mi fidavo di lui, volevo solo tornare a vivere, invece mi sono svegliata nel buio”.
TEL AVIV – Non c’è pace. Davvero, sembra una maledizione che non finisce mai. Pensavamo che il peggio fosse passato con il ritorno a casa, e invece no. La notizia arrivata ieri sera è una mazzata: Mia Schem denuncia violenza sessuale. E stavolta il mostro non era in un tunnel di Gaza, ma nel salotto di casa sua. Assurdo.
“Mi fidavo di lui”: la trappola del fitness
La storia fa venire i brividi. Mia, 22 anni, ha vuotato il sacco in TV a Channel 12. Ha raccontato di aver conosciuto questo tizio – un personal trainer molto noto a Tel Aviv – a una festa di Purim. Lui? Il classico incantatore. Le ha promesso mari e monti, contatti con produttori cinematografici, aiuto per rimettersi in sesto. E lei, fragile come un cristallo dopo la prigionia, si è fidata. Chi non l’avrebbe fatto? Cercava solo di tornare alla vita.
Il buio in casa
Poi, l’orrore. Lui va a casa sua per parlare. Con una scusa fa allontanare l’amica di Mia. E lì cala il sipario. Mia non ricorda i dettagli nitidi, ed è questa la parte che ti spezza il cuore.
“Il mio corpo ricorda tutto, ma la mia testa no. C’è il buio.”
Sospetta di essere stata drogata. Capite la gravità? Sei sopravvissuta all’inferno della guerra per poi trovarti un predatore in casa tua. Una roba che non auguri nemmeno al tuo peggior nemico.
La madre: “È peggio di Gaza”
La madre di Mia è distrutta. Ha detto una frase che pesa come un macigno: il trauma di adesso è quasi peggio dei giorni del rientro dalla prigionia. Perché lì sapevi chi era il nemico. Qui ti ha colpito alle spalle chi doveva aiutarti. Ma Mia non sta zitta. Ha deciso di urlarlo sui social, fregandosene della vergogna. “Il silenzio non protegge me, protegge gli altri”. Ora c’è la Mia Schem denuncia violenza depositata e si spera che la giustizia si muova veloce. Questa ragazza ha già pagato un conto troppo salato con la vita. Basta.







