La Corte Penale Internazionale (CPI) ha respinto il ricorso presentato da Israele per sospendere l’esecuzione dei mandati di arresto emessi contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Galant. Secondo quanto riportato dal quotidiano “Israele Hayom”, la Corte ha confermato la validità delle accuse, che includono presunti crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza. Israele, che non è parte dello Statuto di Roma, ha contestato la legittimità giuridica della Corte di intervenire su questioni interne allo Stato israeliano. Il Ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha definito i mandati “nulli e privi di valore” e ha ribadito l’assenza di giurisdizione della CPI su Israele.
Il caso ha suscitato forti reazioni politiche in Israele, dove molti leader hanno condannato i provvedimenti giudicandoli una “ricompensa per le organizzazioni armate” e un esempio di “antisemitismo”. Il governo israeliano ha inoltre tentato di bloccare le azioni giudiziarie tramite appelli formali, sia alla Camera d’appello che alla Camera preliminare della CPI, senza tuttavia ottenere risultati favorevoli.
🎙️ La mia opinione:
Nonostante il mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato recentemente invitato dal Presidente dell’Ungheria, un atto che sfida apertamente il diritto internazionale e solleva gravi interrogativi sulla complicità di alcuni Stati nel conflitto in corso.
Secondo fonti umanitarie affidabili, tra ottobre 2023 e aprile 2024, l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza ha provocato oltre 50.000 vittime civili, tra cui più di 15.000 bambini e 200 giornalisti. Le infrastrutture di Gaza sono state quasi completamente distrutte: l’80% degli edifici residenziali è stato raso al suolo, e oltre 1,9 milioni di persone sono state sfollate. L’accesso all’acqua potabile, all’energia elettrica e agli aiuti umanitari è stato sistematicamente negato, aggravando una crisi umanitaria già devastante.
Israele continua a ignorare le richieste della comunità internazionale per un cessate il fuoco immediato. Ogni giorno, civili innocenti perdono la vita sotto i bombardamenti, mentre il mondo occidentale osserva in silenzio, o peggio, fornisce armamenti a uno Stato che agisce impunemente. Questa non è solo una tragedia umanitaria, ma una crisi morale globale.
Chi rifornisce armi a Israele, chi protegge diplomaticamente Netanyahu, è corresponsabile di ogni vita spezzata. Il diritto internazionale non può essere applicato a intermittenza, né può valere solo per alcuni popoli. La giustizia non è selettiva.
La verità è sotto gli occhi di tutti: Gaza è al collasso, e l’inerzia della comunità internazionale legittima un massacro annunciato. Serve una presa di posizione chiara e coraggiosa contro chi perpetra e chi consente crimini contro l’umanità.
Dati aggiornati:
Vittime totali a Gaza: oltre 50.000 civili
Bambini uccisi: più di 15.000
Giornalisti uccisi: oltre 200
Sfollati interni: circa 1,9 milioni
Edifici distrutti: 80% delle abitazioni
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