Il caso del primario di Piacenza accusato di violenza sessuale su decine di colleghe sconvolge l’ospedale e l’opinione pubblica italiana.
Il caso del primario di Piacenza accusato di violenza sessuale su decine di colleghe ha scosso la sanità emiliana. Mercoledì la polizia ha arrestato Emanuele Michieletti, direttore del reparto di radiologia dell’ospedale di Piacenza, ponendolo ai domiciliari con accuse gravi: violenza sessuale e stalking.
L’indagine, avviata a gennaio dopo la denuncia di una dottoressa, ha rivelato un quadro definito “inquietante” dalla questura. In appena 45 giorni, le intercettazioni ambientali nello studio del medico hanno documentato 32 episodi tra rapporti completi, orali e palpeggiamenti, spesso non consensuali. Le immagini audio-video mostrano chiaramente, secondo la polizia, la sottomissione psicologica e il timore delle vittime.
Secondo gli inquirenti, il primario di Piacenza avrebbe approfittato del suo ruolo per intimidire medici e infermiere, creando un ambiente “omertoso e autoreferenziale”. La questura parla di un comportamento sistematico, in cui Michieletti si sentiva autorizzato a compiere atti sessuali con “quasi tutte le donne che entravano da sole nel suo ufficio”.
Il primo episodio documentato risale a un incontro lavorativo per organizzare le ferie: la vittima ha raccontato di essere stata bloccata contro il muro dopo che il primario aveva chiuso la porta a chiave. La donna ha denunciato l’accaduto prima alla direzione dell’ASL, poi alla magistratura.
Ulteriori testimonianze e intercettazioni hanno portato alla conferma di un comportamento ripetuto. In un’occasione, il medico avrebbe convocato una collega consenziente subito dopo il rifiuto di un’altra. Si sarebbe anche vantato delle sue azioni con altri medici, alimentando un clima tossico.
L’accusa di violenza sessuale contro il primario di Piacenza è supportata da numerosi elementi raccolti in pochi giorni: video, audio, testimonianze e dinamiche interne al reparto. Il giudice ha disposto il sequestro di dispositivi digitali e la chiusura dello studio. Michieletti, per ora, non ha rilasciato dichiarazioni.
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